“Anche ora, ci si sente come in due. Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore
della propria sopravvivenza quotidiana e dall'altra, il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo” ( da “Qualcuno era comunista “ di G. Gaber)
Nino era immerso nei suoi pensieri quando Ombra iniziò a parlare.
Ombra. Ci risiamo...tu e le tue seghe mentali! E’ anni che ti sto appiccicato addosso come una cozza. Anni che ti suggerisco strategie, azioni, ma tu preferisci rimanere lì, ad arrovellarti con le tue fantasie, con i tuoi ideali traditi, i sensi di colpa. Io lo so di chi è la colpa: della letteratura del Novecento che ha portato in auge la figura del nuovo eroe: l’antieroe. Personaggi grigi, depressi, schiacciati dalla vita che non fanno altro che lamentarsi e non concludere nulla. Vedi Zeno, il Fu Mattia, Marcovaldo. Colpa di Freud con la sua psicanalisi che vi ha lasciati ancorati alle cause senza trovare le soluzioni!
Da quanti anni sei in psicanalisi? Dieci, venti? In tutti questi anni quante volte ti sei incazzato?
Nino. Lo sai benissimo che io sono sempre amareggiato.
Ombra. Ecco lo vedi che ti moderi anche nel parlare? Non ti devi amareggiare ma incazzare per bene una volta per tutte e spaccare il mondo. E quando dico spaccare intendo in senso figurato perché la rabbia si deve spaccare come un uovo per far uscire il piccolo che diventerà un gabbiano. Ti ricordi Gabbiano?
Nino. Già...Gabbiano…
Ombra. Eravate sempre insieme poi ad un certo punto lui è sparito e sono arrivato io
Nino. E’ strano c’è sempre qualcuno con me ma mi sento sempre dannatamente solo
Ombra . La solitudine è una promessa tradita. Avevi giurato che avresti lottato per lui ma non l’hai fatto e così ti è rimasta la sua ombra.