Qui dove il lago luccica

Certo che scrivo per me stesso. Soprattutto. Ma mi piace anche condividere le mie scritture con chi ha la bontà di avvicinarsi e, spero, emozionarsi, leggendole.

 

Vi racconto una serata sul Lago d’Iseo, a Sulzano.

 

Un ricordo che sfocia in un sogno, un’ispirazione che si fa onirica. La bellezza del lago che offre la sua meravigliosa malinconia, della musica che accompagna le emozioni, del retrogusto del dolore che si scioglie nell'amore che acquieta dolcemente, come il lago.

 

La mia passione per la musica e, negli ultimi tempi, per il canto, mi porta a Sulzano, in una sera d’inizio ottobre.

 

Più che un paese, Sulzano è una finestra sul Lago d’Iseo, c’è anche il porto per raggiungere Montisola, la più grande isola europea in mezzo ad un lago.

 

L’atmosfera è quella di fine estate o inizio autunno, fate voi. Scegliete il punto di vista che preferite.

 

I fiori profumano ancora se si ha la volontà di annusare e il clima è perfetto, non più afoso, anzi tiepidino e gradevole di giorno ma freschino e stimolante dopo il tramonto.

 

E’ il tardo pomeriggio e vado alle prove.

 

Canterò “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla.

 

Per me è un onore, è sempre stato un riferimento e poi ho anche il fisico del ruolo. Lui mi ha insegnato a trasformare i difetti fisici in caratteristiche fisiognomiche.

 

Certo che, se le mie capacità canore fossero maggiori, sarebbe stato l’ideale cantare la meravigliosa canzone Caruso.La location ideale. Sovrapporre la vista sul Lago d’Iseo al mare del golfo di Napoli, ma certamente ci vorrebbe molta autostima, o meglio megalomania a sovrapporre me stesso a Lucio Dalla o lasciando galoppare l’immaginazione accostarmi al ricordo del grande tenore Caruso.

 

Impossibile, se non mettendo il turbo, al motore dei sogni.

 

Una cosa però è comparabile alla vicenda di Caruso, narrata da Lucio Dalla nella canzone.

Anche a lui l’avevano raccontata e lui ne ha tratto ispirazione felicissima per cesellare una gemma preziosa.

 

Il Maestro Caruso si era innamorato di una giovane allieva, mentre per lui la vita volgeva al termine a causa di una brutta malattia. Ma sì era la vita che finiva, ma lui non ci pensava poi tanto. Si schiariva la voce, si sentiva già felice e ricominciava il suo canto.

Io e mia moglie, che mi accompagna in questa avventura, abbiamo preso una stanza in albergo.

 

Apriamo la porta finestra che dà sul balconcino.

 

La vista è incantevole, soprattutto al momento del tramonto, quando il sole si tuffa nel lago e all'orizzonte non lo vedi più. Cerco mia moglie con lo sguardo e lei si appoggia a me, i nostri corpi si fondono, complici come poche volte ci succede.

 

Sono un po’ teso, penso allo spettacolo, devo salire sul palco e cantare. Non è la prima volta, ma non ho neanche questa grande esperienza a rassicurarmi. E poi non sono così sicuro di cantare bene.

 

L’obiettivo è suscitare simpatia con il mio baschetto e una felpa sopra i pantaloni larghi, ricordare Lucio senza scimmiottarlo, cantare al meglio, anche se consapevole di non arrivare alle note alto come sapeva fare lui. Poi torneremo in albergo a riposare e domani ci attende una giornata di relax sulle sponde del lago d’Iseo. Non è stato facile convincere mia moglie che immola i suoi sabati nelle pulizie di casa. Per una volta regaliamoci un sogno sul lago d’Iseo.

 

Arriva l’ora dell’esibizione.

Salgo sul palco e vedo tutta quella gente sotto, che guarda incuriosita uno stronzetto di cinquantadue anni che va in giro a cantare la canzoni di Dalla. Lui, da lassù, la sta pensando così. Lucio non offenderti, lo faccio solo per amore. Il mio è un omaggio, un tributo.

 

Questa è proprio la sera dei miracoli. La luna si fa sempre più grande e si sente il rumore del motore di un’imbarcazione in lontananza.

E’ una barca che fa ritorno e forse vuole portarci a dormire.

 

Finisco la canzone, tutto bene. La gente applaude. Troppo buoni. Ovviamente applaudono a quel meraviglioso autore un po’ bolognese, un po’ napoletano, un po’ pugliese, un po’ siciliano.

Va bene così. La mia soddisfazione è intatta.

 

Sono qui, in questa che ormai è una notte dei miracoli.

 

 

Scritto da Tiziano Maifredi                                                            Vai all'ascolto