Tata

Un piccolo batuffolo di pelo uscì da un bidone della spazzatura, si guardò intorno e    annusando l’aria si stiracchiò con calma quasi studiata, se fosse stata la scena di un film si sarebbe potuto sentire il regista gridare: “Buona la prima!”

Forse il puzzolente contenitore altro non era che la sede italiana dell’Actor's Studios?

         La pelosetta uscì dal suo rifugio e con piccoli saltelli felpati decise di avventurarsi nel mondo. La prima conoscenza che cambiò il corso della sua giovane vita fu il signor Andrè ,  finto amante di animali, cattivo padrone di innocenti esseri viventi, crudele per ignoranza e stupido per distrazione divina. I due si guardarono e lei lo  scelse. Con mille fusa e strofinamenti lo corteggiò seguendolo sino a casa, infilandosi tra le lunghe gambe del suo nuovo amico. Non chiedeva molto, un po’ di latte e un posticino caldo dove dormire. I cuccioli si nutrono anche di sogni e si illudono che possano realizzarsi. Durò ben poco il desiderio della piccola gatta, una settimana dopo era nuovamente a cercare cibo nella pattumiera del comune, non prima di essere stata presa a calci dal suddetto signore. Non tutto il male viene per nuocere dicono gli umani e mai proverbio si rivelò più saggio. Pioveva forte quella sera di novembre e il vento sferzante ululava tutta la sua potenza facendo volare tutto ciò che incontrava sul suo cammino. La gattina cercava di ripararsi, senza successo, in una scatola di cartone fradicio e appena la macchina si fermò a pochi passi da lei, invece di uscire x chiedere aiuto si nascose ancora più nel profondo dello scatolone; l’esperienza le aveva già insegnato a non fidarsi di quelle strane cose alte che si muovevano e facevano versi strani, che non capiva cosa volessero dire. Dall’auto scese una  donna, incurante del freddo e dell’acqua, la prese in braccio e la adagiò sul sedile, percorse qualche decina di metri e dopo pochi minuti entrarono in un appartamento piccolo ma accogliente. Un’odore di mondezza invase la casa, l’aver vissuto in mezzo a rifiuti d’ogni genere non le avevano di certo profumato il pelo! La ragazza felice della buona azione cominciò a cercare un nome adatto da dare a quella tenera creatura, provò con Pallina ma dopo aver chiamato più volte l’ospite e non avendo ottenuto nessun miagolio di approvazione pensò che forse aveva scelto un nomignolo stupido e osservandola con maggiore attenzione, scrutandone ogni caratteristica fisica ricominciò a chiamarla: “Tata, Tata” a quel punto lei si girò e sbattendo le lunghe ciglia rispose:”Miaooo” . Era un “Sì, mi piace.”.

Piccola, con una panciotta molle, le zampine corte e tozze, il pelo lungo, fulvo, con una meravigliosa stella bianca sotto il collo, occhioni grandi e buoni, fu con questi segni particolari che Tata si era conquistata un nome, una casa, tanto amore per sempre.

 

Scritto da Rita Filippi