Prendetevi anche il cielo

Che volete?

Che volete ancora?

Che volete ancora…

 

 

 

Anche quel giorno si sentiva un diffuso odore di bruciato, attorno si vedevano levarsi dei fuochi dalle montagne.

Il colore verde che si alzava verso il sole, perdeva sempre più la sua bellezza, per dare posto al nero, all’oscurità.

Le fiamme consumavano la vita da quegli esseri viventi sempre immoti, silenziosi. Ecco, una grande dote,veniva spenta con il caldo delle fiamme, il puzzo del fumo, e anche il colore del cielo da azzurro, diventava grigiastro e giallognolo.

Perché?
Perché bisognava colpire delle creature che non facevano del male a nessuno?

La distruzione della vita.

Cosa vogliono? Cosa credono di ottenere?

-          Che volete ancora… Da questa terra?

Una domanda senza risposta, rivolta verso le fiamme ruggenti, un rumore fortissimo come il loro odore.

Dalla finestra della sua stanza, vedeva solo il male, le ferite della sua terra, e ogni volta, ne piangeva dentro. Sentendo un dolore acuto.

 

Probabilmente non c’è cosa peggiore di nascere in un luogo dove ci si sente “fuori luogo”.

Un luogo che ha fatto sempre sentire a disagio, in cui la felicità è solo l’ennesima utopia. Un po’ come il desiderio di cambiare la città.

Però alla fine non cambia mai niente.

E passano i giorni, mesi, anni ad illudersi che le cose vadano meglio ma invece sembra che le cose abbiano la possibilità di migliorare.

È solo una breve illusione.

Come se qualche lacrima possa spegnere un incendio che brucia una montagna.

Quel verde: una delle poche cose che si riescono ad apprezzare davvero.

Così che anche il dolore sembri solo un’altra perdita di tempo.

E fissando il cielo, immaginando di volare via, con un sospiro.

Era solo un altro giorno, ormai come vent’anni, in cui la terra si faceva male, in cui la terra veniva ferita.

 

 

Quel ragazzo che guardava il fuoco sospirando, si era sempre sentito fuori posto, in un luogo che per molte ragioni non aveva mai sentito suo.

Da quando era piccolo si era sempre sentito invaso. Attaccato costantemente dalle persone che sembravano volere qualcosa, sembravano volere la sua vita.

 

E la voglia di fuggire era come un parassita, attaccato sempre al suo cuore.

 

Scritto da Paolo Pileggi