La Vijec’nica

L’edificio antico e solenne della Vijec’nica, la Biblioteca Nazionale e Universitaria costruita nel 1894, è immobile nella calda notte d’estate.

Custodisce un patrimonio storico enorme: un milione e mezzo di volumi. Tra questi, 155.000 sono libri rari e conserva 478 manoscritti.

Una delle più grandi biblioteche dei Balcani.

È anche l’unico archivio nazionale di tutti i periodici della Bosnia Erzegovina.

Un dedalo di cultura che parte da lontano e ti conduce in ogni direzione. Tra la miriade di volumi, puoi vedere una Sacra Bibbia scritta a mano dagli amanuensi di San Bernardo. Cammini in mezzo alle opere di Platone, Eschilo, Aristotele.

Ovunque ci sono libri. Puoi sentire la forza della parola scritta ad ogni passo che fai.

Volumi rarissimi in aramaico e in greco antico.

Guardi i libri ricopiati a mano. Anche quelli portati dagli Ebrei Sefarditi fuggiti dalla Spagna.

I latini. Un Catullo antichissimo arrivato dalla collezione di un privato del XVII Secolo.

Cammini tra scaffali di legno e trovi autori più moderni.

Il trionfo della ragione con i francesi, Voltaire, Rousseau e Montesquieu.

Nella sala dopo incontri Shakespeare, Molière, Goldoni.

Scorgi la copertina di un Vangelo secondo San Marco con il simbolo del leone che qualcuno ha lasciato posato sopra un tavolo. Fino dove il tuo occhio può arrivare, più avanti e indietro e in fondo e ovunque, ci sono libri che raccontano la storia, le idee, le realtà e le fantasie dell’uomo, ognuno da un punto di vista diverso, da continenti e tempi vicini e lontani, e i soldati che adesso preparano i cannoni, sono solo dei piccolissimi punti nell’anfratto infinito e misterioso della storia.

Nella notte del 25 agosto 1992, le bombe incendiarie, lanciate con precisione dalle colline sopra la città dai nazionalisti serbi, cominciano a colpire la Vijec’nica.

Perché la guerra, oltre agli uomini e agli edifici, bisogna farla anche alle parole. E ai libri che le contengono.

Le fiamme riempiono e avvolgono la biblioteca e poi straripano verso il cielo e trascinano in alto e via per sempre storie ricordi scienza coscienza cultura religione fantasia e realtà. Tutto il sapere elaborato dall’uomo nel corso dei millenni sembra perdersi in quel fumo che si allarga sopra la città.

Brucia per tre giorni la Vijec’nica.

Brucia, mentre i cecchini fanno il tiro a segno sui Vigili del Fuoco che cercano di spegnere le fiamme e sui bibliotecari che cercano di salvare qualche volume.

Le parole scritte ardono insieme alla carta e diventano il cielo sopra Sarajevo.

Brucia la Vijec’nica.

In mezzo al fumo che sale, scorgi Salvatore Quasimodo che cammina sotto il minareto di una moschea. Pasternak e Tolstoi e altri scrittori e scienziati e poeti li vedi vagare tra il cielo e la terra, tra la vita degli uomini e la cenere delle parole, mentre tutto intorno continua a divampare la follia atroce della guerra.

Brucia la Vijec’nica, in un crogiolo brutale, dove ardono cultura, storia, conoscenza e i sogni di tenerezza degli esseri umani.

Brucia in un rogo immenso che diventa il monumento fiammeggiante alla barbarie.

Il violoncellista Vedran Smajlovic’ sfida i cecchini serbi e suona tra le macerie della Vijec’nica, in mezzo a dieci tonnellate di cenere.

Brucia ancora adesso la Vijec’nica.

Brucia insieme alla memoria dell’Umanità, in tutte quelle fiamme cupe che salgono da ogni tempo, dentro i confini disperati di tutte le guerre.

Brucia sempre la Vijec’nica.

Brucia e continua a bruciare e non finisce mai di bruciare.

Brucia, perché nessuno deve dimenticare.

 

Dedicato a Aida Buturovic, giovane bibliotecaria della Vijec’nica, uccisa dai cecchini mentre cercava di salvare alcuni libri

 

 

Grazie al sitohttp://www.scrittinediti.wordpress.com/, allo scrittore Goran Simic’ e al brano “Cupe vampe” dei CSI (Comitato Suonatori Indipendenti) dal cd “Linea Gotica” del 1996

 

Scritto da Benedetto Mortola