Salti quantici di esistenza

Vorrei tanto avere una seconda esistenza oltre la mia morte ma quello che  sto scoprendo è che, in realtà, di esistenze ne posso vivere più di una durante questa mia stessa vita.

 

Questa primavera, inspiegabilmente, la mia pelle ha iniziato a prudere in maniera insopportabile  e a desquamare per circa un mese.

 

Era come se il mio corpo non potesse più resistere con quella epidermide addosso e avesse  bisogno di strapparsela a forza di unghiate.

Era come se un essere rabbioso dentro di me trovasse in questi sfoghi ed eritemi cutanei il modo per farsi sentire e rivendicare a "squarcia pelle" il suo diritto di esistere.

 

Per molti anni, ogni volta che andavo al lavoro, era come se mi immergessi in una vasca e rimanessi in apnea per otto ore.

Non so descrivere meglio quella sensazione di mancanza d’aria , quel senso di soffocamento che mi prendeva per tutto il tempo che ero lì.

 

Ora mi succede lo stesso ma so che non sono più io ad andare in apnea, che non è una mia mancanza di resilienza, una mia fragilità, quanto, piuttosto, un grido di aiuto di chi dentro di me vuole disperatamente e finalmente vivere e che non tollera più di essere azzittita e relegata in un  angolo.

 

Non sono io, la Cristina che ha vissuto finora, a soffocare ma è lei, l’altra Cristina, quella che finora sperava di vivere in un‘altra vita, di avere una possibilità dopo la mia morte fisica.

E’ la stessa Cristina che ha cercato di squarciarmi la pelle per uscire.

 

Non so quanto ancora riuscirò a tenerla a bada ma so che ora lei è passata all'azione e farà di tutto, mio malgrado e per mia fortuna, per venire al mondo. Nessuna forma di vita può vivere a metà con parti vitali mozzate.

 

Vivere mille vite in una!...Io finora ne ho vissute solo due o tre.

Molte sono state menomate, e le più fragili.

 

Mentre in passato Cristina, l’impavida, ha sempre convissuto con Cristina, la pusillanime, ora una delle due deve morire e questa volta voglio che accada alla pusillanime ma , per assurdo, questo accadrà solo quando questa non  avrà più paura di morire!  

 

Mi sorprendo continuamente ad abitare degli altrove fatti di idee, di scrittura, di poesia, di storie e sempre più prepotentemente questi altrove stanno diventando il luogo dove io voglio abitare ed esistere.

 

Da certe teorie di fisica quantistica si potrebbe ragionevolmente dedurre  che noi, potenzialmente, abitiamo luoghi e tempi diversi contemporaneamente e che stare in una dimensione o nell'altra dipenda da un salto quantico d’energia.

 

E allora penso che mi basterebbe tendere la mano verso l’altra metà del mio spazio e del mio tempo per accogliermi in quel salto quantico che mi serve per esistere in un’altra me.

 

Vivere come se fossi già  lei, in realtà, non significherebbe fare quel salto?

 

Questo testo ha ispirato questa puntata di podcast