Lasciare lì qualcosa e andare via

 

VIA CANTORE 10, ULTIMO PIANO.

L’ascensore non ci arriva, bisogna salire le scale.

Entro.

Ingresso alla genovese, pavimento di graniglia, sulla parete destra un quadro con il ritratto di suor Santina, la mia maestra delle elementari.

Ginger Rogers nell’ ingresso continua a danzare…..sono trent’anni che balla! E’ La bambola con tutte le palline dentro che mi sembrava di toccare la sabbia, di affondare le mani nella sabbia….l’ho chiamata Ginger, il mio mito.

 

Apro una stanza buia, spaventosa. Seduta sul letto c’è Maria che da quando è tornata dall’ America nel 1930 non è più la stessa.

Mamma che cosa è successo in America?” le chiede suo figlio Giuseppe. Maria non risponde e guarda nel vuoto.

 

Pane olio e aceto….l’odore agrodolce proviene dalla cucina. Vedo la nonna Nina che prepara la merenda sul tavolo. All’ altro lato del tavolo è già pronta la colazione.

Colazione e merenda …..avrei vissuto volentieri solo di colazione e merenda!

 

Monte Moro, Alberobello, il Mare…..devo proprio portarti a vedere l’ultimo film di Fellini!”. Mi grida queste parole dalla terrazza nonno Sante.

 

Esco in terrazzo, guardo il mare e sento odore di terra bagnata e di erba tagliata. Nonno Sante amava il cinema…quello Colossal …..peccato che non ha visto "Titanic"!

Mi giro e vedo la porta dello sgabuzzino. Apro. A destra e a sinistra i ritratti di zia Anita e di zia Maria, zitelle cappellaie. In fondo allo stanzino la statua della vecchietta delle noccioline del cimitero di Staglieno, un ricordo di quando lavoravo lì come stura-tombini.

 

Adesso ti ficco questa minestra in bocca, mangi e stai zitta”.

Sono terrorizzata......chiudo la porta dello stanzino.... quella della terrazza....quella della cucina.....quella della stanza buia...ho le mani sudate.... enormi mani sudate, gocciolanti. Prendo la fuga…..via verso la porta di casa. Mi inciampo su uno stura-tombini, mi rialzo. Corro veloce, ho freddo. Vorrei avere una pietra calda, bollente ma trovo un ritaglio di poesia di bimba “ la tua fatina è una panettiera”. Mi asciugo le mani, lo getto nella pattumiera. Dal bagno una radio che canta “…dududdada trottolino amoroso”…via....chiudo. Devo uscire....fuggo. Cucina corridoio ingresso...…mi inciampo nella Ginger Rogers.

 

Una pendolo all’ improvviso mi ricorda che sono le 15,30 e tra poco avrò l’esame di chimica generale…..vado......no.... ritorno indietro per un attimo.....Sono lì sulla soglia: se la supero diventerò farmacista se non la supero…....Stop .....fermo- immagine......sono sospesa per una frazione di secondo in uno spazio vuoto al di là del quale intravedo la meta ma tutto quello che c'è al di qua è stato il mio viaggio: ho incrociato diverse strade, diverse storie e ognuna di quelle strade avrebbe portato ad altrettante mete e ad altrettanti viaggi.

 

Non so dire quando è stato il preciso istante in cui ho deciso di correre verso la mia meta. Mi rimane però la curiosità di sapere che cosa sarebbe successo se non avessi varcato quella soglia.

Forse avrei chiesto a Ginger Rogers di insegnarmi a ballare oppure sarei andata in America..... forse la risposta è contenuta in quello spazio vuoto che ci toglie il respiro e ci spaventa ogni volta che potremmo cambiare il nostro Viaggio.

 

 


Questo testo ha ispirato l'episodio del podcast  " Lasciare lì qualcosa e andare via"