Nascosti

Io ti amo.

Inutile perdere tempo in banali giri di parole. Le lettere d’amore spesso sono infarcite di artifici retorici, di inutili metafore e di belle frasi. E tutto per dire una sola cosa.

Ti amo.

Un parlare vuoto e barocco solo per comunicare all'altro che si vorrebbe essere con lui, una cosa soltanto. Carne nella carne. Lo stesso sangue. La stessa pelle. Una persona sola. Anime diverse che si fondono in una deflagrante implosione atomica. Quanta forza, un amore del genere.

Ma alla fine quello che importa è che io ti amo. Questo ti voglio dire. Nient’altro. 

Se volessi argomentare, potrei aggiungere che quando non ci sei, una violenta smania mi possiede e mi fa tremare. Brividi percorrono le membra che scivolano in un liquido languore. Ti cerco, scosso dal desiderio.

Se volessi arrampicarmi sulle parole, farne poesia, per te o per il mondo, potrei dirti che quando sei con me io scompaio. Cesso di esistere come individuo e resto solamente l’ombra di una folle passione per te. L’ombra che adora il sole che la partorisce.

Tutto questo sembrerebbe bizzarro e immorale. Cosa direbbe la gente di noi? 

Ma l’amore rende vuoti i discorsi dei moralisti e dei benpensanti. Che ci condannino senza esitazione. Non lo temo. Perché. Io ti amo.

 

Che strani che siamo io e te.

Tu, uomo dall'apparenza grezza, con le mani forti e pelose. Una forza fisica che appare quasi triviale e un’espressione che sul volto diventa oscena come il tuo eloquio sgrammaticato e impaziente. E io, con l’aria così aristocratica e professorale, che cerco di essere invisibile, solo per essere notato di più.

Tu con le oscenità pronunciate da una voce roca che proviene dal ventre. Io con il linguaggio sempre forbito e apparentemente distaccato, come se a parlare fosse direttamente il mio pensiero.

Eppure io ti amo.

 

Mi sono reso conto da non molto tempo, caro Edward, che la mia vita non mi appartiene più. Sei tu che ne scandisci i ritmi e mi porti a definitive decisioni. Sei tu che mi rendi inetto a qualsiasi scelta lucida, logica, razionale. 

Credo che sia per questo che, nonostante io ti ami alla follia come mai ho amato nessuno, devo trovare un modo per lasciarti. Anche se mi fai essere quello che non sono, né sarò mai. Anche se mi inondi con il tumulto dell’istinto e mi derubi della ragione. Devo trovare un modo di lasciarti. 

E non esiste modo alcuno per farlo che non sia drastico e definitivo. Tu non vuoi che io ti lasci. Non lo voglio io. 

L’unica soluzione è la morte. La mia e la tua. Sono nodi indistricabili.

Spero di trovare la forza di volontà per eseguire questa sentenza che solo io posso applicare.

Addio Edward Hyde, amico mio amatissimo.

 

Tuo eternamente tuo, Dottor Henry Jekyll

 

Scritto da Jorma Lagolio