Povero Richard

 

Tutta la vita a cercare l’amore, anni di ricerca continua, tutte le energie convolate in un’unica direzione, un solo grande desiderio: essere amato. Povero Richard, da ragazzino quei brufoli a deturpargli il viso, nell'adolescenza la timidezza che lo paralizzava ogni qualvolta una ragazza incrociava il suo sguardo sfuggente. Dentro di lui  tanta voglia di comunicare ma fuori il silenzio. Nessuno che lo invitasse ad una festa, era ritenuto da tutti un tipo solitario, noioso, sfigato, assolutamente da evitare. E intanto Richard continuava a sognare l’amore. Quello con la A maiuscola, quello che ti fa sentire le farfalle nello stomaco e le gambe molli. Una sera, ormai stanco e con quei cinquant'anni a ricordargli il  suo misero fallimento , si sedette sconsolato nel patio della sua casa e guardando il cielo cominciò a parlare con le stelle: 

“ Perché … perché proprio io? Perché lassù qualcuno ha deciso che dovessi vivere un’esistenza tanto triste? Per tutta la vita ho chiesto solo amore e invece ho ricevuto solo indifferenza, perché?” 

Dopo questo accorato sfogo tornò dentro, chiuse la porta e spente le luci andò a dormire. Quante volte Richard aveva pensato a voce alta? Quante volte i suoi lamenti erano rimasti tali? Tante, troppe. Il mattino dopo l’uomo si svegliò con un ritrovato e insperato entusiasmo. Si preparò con cura, doccia, barba, scelta degli abiti, soddisfatto del risultato uscì fischiettando. Senza rendersene conto si trovò a girare per la città con un fervore a lui sconosciuto. Pur non capendone il motivo sapeva di avere una meta, un indirizzo da raggiungere. Incredulo per questa nuova sensazione continuò a camminare spedito sino a quando non arrivò davanti ad un portone di legno chiaro. A quel punto riprese fiato e come un automa suonò il citofono. Una voce femminile , dal tono amorevole, gli disse di salire. E lui salì. Non conosceva il nome della ragazza e neppure il piano ma si diresse, spedito e sicuro, verso quella porta con la targhetta dorata. L’uscio si aprì e una ragazza bionda , alta, bella, gli tese la mano. “Entra, ti stavo aspettando.” Imbambolato, quasi ipnotizzato da tanta bellezza l’uomo seguì la donna. Chiedere, farsi domande, anche solo pensare a quanto tutto ciò fosse assurdo, irreale, non lo sfiorò, stava vivendo un sogno e non voleva svegliarsi. Furono giorni e notti di passione, il tempo si era fermato e Richard per la prima volta nella sua vita si sentì veramente amato. La giovane accarezzava il suo viso, ormai rugoso, con tenerezza, gli sussurrava parole dolci come il miele e si stringeva a lui con passione. Quanto tempo durò? Chi può dirlo. Era notte fonda quando una luce bianchissima squarciò il buio della stanza. Richard spaventato sobbalzò sul letto, non riuscendo a capire. Il terrore si impossessò di tutto il suo corpo quando in camera si materializzò una figura simile a un umano ma che di umano  aveva poco. Da quella fascia luminosa, infatti, uscì un “uomo” altissimo, biondo, con occhi trasparenti, non azzurri, trasparenti, che si avvicinò alla donna e la portò per mano al centro della camera. Come un automa lei lo seguì senza porre resistenza. Fu solo in quel momento che Richard prese il coraggio e cominciò a parlare:” Non so chi tu sia e cosa sei venuto a fare qui, ma non ti permetterò di portarti via la mia donna. Ci amiamo, la mia inutile esistenza ha trovato uno scopo grazie al suo amore. Darei la vita per lei, potrei addirittura arrivare ad uccidere chiosasse toccarla.” 

Povero Richard   

“ Quella notte il tuo disperato grido di aiuto è arrivato sul mio pianeta, abbiamo deciso di renderti felice . Ora è tempo di tornare.” “Nooo, lei è mia, lei mi ama!” “ E’ programmata per amare, amare davvero.” “No, non si può fingere di provare un sentimento così puro, diglielo cosa provi per me …”  Richard si fermò di colpo. Non ricordava il nome della sua amata o non glielo aveva mai detto in quelle lunghissime ore di passione? Ma che importanza poteva avere un nome? Nessuna.  Gli occhi della ragazza rimasero immobili, freddi, vuoti. Il fascio di luce li inghiottì, un sibilo e poi il nulla. Povero Richard di nuovo solo, con un dolore in più nel cuore, Si sentì preso in giro e non riuscendo  a sopportare il peso di tanta sofferenza salì sul davanzale della finestra e chiuse gli occhi; morire, lasciarsi andare per non soffrire mai più. Ma ecco che una mano lieve gli sfiorò le spalle e una voce famigliare gli sussurrò parole già sentite. Richard riaprì gli occhi e ciò che vide lo strabiliò. La giovane era lì, vicino a lui.  Era tornata. L’amore non ha confini.

 

Scritto da Rita Filippi                                                                   Vai all'ascolto

 

Note sull'autrice.

 

Rita Filippi ha scritto vari racconti tra cui "Tutto il vuoto di una vita piena" pubblicato in formato e-book e acquistabile su Amazon.