Distanziamento d'amore

Lui era seduto al tavolino in fondo al locale, quello che occupava sempre. Lo sentiva ormai suo e gli dispiaceva quando lo trovava occupato. Quella mattina lo trovò pronto ad attenderlo. Sorseggiava il suo caffè quasi centellinandolo, dopo averlo generosamente macchiato fino a riempire la tazzina all’orlo.

 

Gustava la calda bevanda mentre era immerso nei meandri dello schermo del suo smartphone. Apriva le applicazioni che gli segnalavano una notifica e poi le richiudeva subito. Lo faceva solo perché lo infastidivano quei numerini su sfondo arancione sulla schermata “home”.

 

Lei aveva ordinato il suo solito cappuccino al latte di soya. Lo prendeva ogni mattina e ogni mattina, al primo sorso, si chiedeva se valesse la pena, per la dieta, bere quella roba il cui sapore doveva somigliare molto alla sciacquatura di una moka, buttata nel lavabo prima di riporre i componenti della macchinetta nello scolapiatti.

 

Le dava forza constatare che la sua colazione rispettasse i parametri impostati nella sua app contacalorie. L’estate era vicina e ci teneva a essere in tiro: in cuor suo sperava che così suo marito non avrebbe sbirciato le tette e i culi delle altre in spiaggia. Cosa che l’uomo aveva sempre negato, tra l’altro. “Ma chi, IO?”.

 

La donna alzò gli occhi dallo schermo, il suo sguardo incontrò quello del tipo solitario in fondo al locale. Entrambi spontaneamente sorrisero. Lei terminò il suo cappuccino, prese la borsa, rivolse di nuovo lo sguardo a lui e uscì dal locale.

 

L’uomo colse il segnale, bevve il suo “cappuccino genovese”, indossò la mascherina chirurgica, andò alla cassa a pagare e si avviò fuori dal bar.

 

 

Accelerò il passo e raggiunse la donna. La prese sottobraccio e le disse: “Amore, mi chiedo se non stiamo esagerando, con questa storia del distanziamento”.

 

Scritto da Manuel Cerfeda