Chicca

Il telefono che squilla alle sette del mattino non sempre è portatore di belle notizie. “Amore, è successa una cosa terribile, Chicca è morta.”.  Che sole già alto quel maledetto giorno, un venticinque giugno  qualunque che sarebbe diventato per tutta la vita una ricorrenza indimenticabile. Si può avere freddo in una giornata tanto calda? Si può morire  a trentadue anni?Chicca non era semplicemente bella, tutto il suo essere rifletteva una grande energia positiva, la sua voglia di vivere contagiava chi le stava accanto e innamorarsi di lei era assolutamente naturale,  a volte mi chiedevo se ne fosse consapevole o se invece ignorasse la fortuna che il cielo le aveva donato. Sì perché, come quasi tutte le donne  aveva i suoi bei complessi, i dubbi, le incertezze e malgrado i lunghi capelli morbidi color miele d’acacia, gli occhi da cerbiatta scuri e profondi, il seno perfetto e le lunghe gambe, riusciva a non piacersi tutti i giorni. E io lì,  bassina, capelli corti , occhi troppo grandi e zero sex appeal , a guardarla chiedendomi il perché di tanta ingiustizia.  Chicca era alla costante disperata ricerca dell’amore, ne aveva un bisogno viscerale e bastava un complimento, un gesto gentile per farle subito scattare l’interesse verso l’autore di tanta generosità. Riusciva a trovare il buono anche dove non c’era. Non si rendeva conto che la sua bellezza attirava fatalmente, come il miele le api, gli sguardi e l’attrazione dell’altro sesso. Anch'io, nel vederla la prima volta, provai un sentimento di ammirazione. Lavorava in un bar e si muoveva in mezzo ai tavoli con la leggerezza di una libellula, con quel sorriso radioso che ti faceva venir voglia di conoscerla, di chiederle il nome e ordinare un’altra volta da bere per poterle parlare ancora un po’.  Avrebbe potuto, oh sì che lo poteva fare, darsi un sacco di arie ed invece la sua semplicità ti conquistava, ti faceva sentire sua amica da sempre. Lei era così, bella, allegra, esuberante, buona, ingenua, fragilissima. Gli uomini che frequentava non erano mai alla sua altezza, ragazzotti che si fermavano al suo lato estetico senza chiedersi se dietro a tutta quella meraviglia ci fossero sentimenti, pensieri, emozioni. Ma il vero guaio era che a Chicca bastava, il terrore della solitudine le impediva di guardarsi dentro e di domandarsi se veramente quello era ciò che desiderava. Tra le due ero io la più forte, non avendo mai dovuto proteggermi dall'invidia delle altre donne e contando solo e sempre, ahimè, sulla simpatia. Con una famiglia presente e un marito innamorato la depressione e la paura di restare da sola non mi ha mai sfiorata. Brutta bestia la solitudine, se non la sai gestire ti fagocita, ti annienta, ti fa fare cose che mai avresti fatto, come certe scelte che possono devastarti , addirittura ucciderti. A lei quel ragazzo non piaceva molto, “mani troppo piccole” diceva, eppure anche quel giorno prese la decisione sbagliata: trasferirsi a casa sua. Innamorata dell’amore, ecco direi che è questa la giusta definizione, a tal punto da farsi andare bene un ometto più basso di lei, bruttino e con un insano hobby: le pistole. Così la trovarono quel maledettissimo venticinque giugno, per terra, morta, con una pistola a pochi passi da lei. Suicidio. Era bella Chicca, come una giornata di sole, lo stesso sole che con i suoi raggi,  unici testimoni, è entrato in quella stanza.  Come può una ragazza  che ama tanto la vita togliersela? La notizia nel giro di poche ore fece il giro del paese e nei giorni  seguenti iniziarono le code nelle edicole per accaparrarsi la copia del quotidiano, addirittura gente che le prenotava per non perdersi gli ultimi aggiornamenti. Nessuno poteva o voleva pensare che Chicca avesse deciso di andarsene in quel modo tanto assurdo e inspiegabile. E io non ci ho mai creduto. Troppe le mani che hanno contaminato la scena, tanti i piedi che hanno sporcato le prove, nessuno potrà mai più sapere la verità. Morire inutilmente è come non aver mai vissuto. Il senso della vita si perde in quest’unica parola : inutilmente. Si accettano, a fatica, le malattie, gli incidenti  ma almeno col tempo puoi fartene una ragione. Ma la morte di Chicca non ha ragioni da trovare o accettare.  Sono già passati tanti anni da quando sei volata  in cielo e chissà se anche lassù hai incantato gli angeli con la tua bellezza e il grande bisogno di dare e ricevere amore, a noi hai lasciato i ricordi e quelli mai nessuno li potrà sporcare.

 

Scritto da Rita Filippi