Il mio "Spazio Transizionale"

In queste righe tratte dalle conclusioni  della mia tesi, scritta l'ultimo anno del Corso di Counseling che ho frequentato, rifletto sull'importanza della creatività nella vita di ognuno di noi. Nel mio caso la scoperta del potere terapeutico della creatività è coincisa con la scoperta del Teatro.   

 

 

Esistono nella natura umana due fondamentali bisogni: il bisogno di essere un individuo separato dagli altri, unico e originale, e quello di ricongiungersi con la madre, il primo oggetto di amore, la necessità fisiologica di avere una relazione col mondo esterno.

 

 Il processo creativo ha la caratteristica di fondere queste due necessità vitali collocandosi in quell'ipotetico “spazio transizionale” dove non esiste né possesso, né regola, né mio né tuo. 

 

Mi piace pensare così di questa area dell’esistenza dove tutto è possibile, trasformabile e trasformato.

Al di fuori di questo spazio ci sono tutti i dogmi, le ideologie, gli egoismi, le paure e l’unica possibilità di sopravvivenza per l’uomo è la costruzione di barricate, spesso invisibili: c’è chi decide di vivere al di qua delle barricate e guarda il mondo minaccioso tra le fessure di queste protezioni; c’è invece chi decide di attaccare, di fare la guerra e imporre con la violenza la sua verità ma entrambi sono vittime di una nevrosi collettiva.

 

 

Non ho iniziato il mio Viaggio dalla parola ma ho mosso i primi passi da gesti semplici, primordiali, extra-quotidiani che mi hanno condotto in luoghi inesplorati della mia esistenza.

 

 All'inizio il corpo oppone un’inconscia resistenza ma quando tutto quanto hai intorno diventa la casa delle tue emozioni accade l’impensabile: gli angeli e i demoni dentro di te diventano leggeri come soffi,  personaggi di una commedia con i quali tu puoi giocare e non sai più se sono reali. 

 

È allora che il tuo gioco si incontra con quello degli altri e, per la prima volta, riesci a comunicare realmente con qualcuno come quando eri bambina e la cosa più importante del mondo era giocare.

 

Ho voluto descrivere così la mia esperienza di teatro-terapia che per me ha raggiunto luoghi della mente inesplorati dalla psicoterapia della parola. Da allora penso al Teatro come il luogo “transizionale “ per eccellenza.

 

 E’ stato lì che ho potuto sperimentare il potere della Creatività. Da lì sono ripartita quando la mia vita è andata in frantumi. 

 

Qualcuno mi ha chiesto se penso che la creatività sia una dote non posseduta da tutti.

Oggi rispondo che per me la creatività è un processo e non un risultato: non è importante quanto sia apprezzato ciò che realizzo ma ciò che conta è l’atto stesso del realizzarlo, la libertà di poterlo fare senza subire o infliggere imposizioni.

 

Credo che uno stile di vita creativo sia una conquista, che non può prescindere dal coraggio di affrontare l’ignoto, l’informe e la serie infinita di mondi possibili che abitano lo spazio che divide e unisce, nello stesso tempo, tutti gli esseri umani.

 

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I concetti espressi in questo brano hanno ispirato l'episodio del podcast "La cosa"