Shockdown

Gorilla in gabbia. Shockdown. Chi ha paura della Libertà

Foto di Ugo Vallarino

Shockdown

Lockdown o shockdown? Chi ha paura della Libertà?

Immaginate di essere catapultatati all'improvviso dentro il vostro stesso incubo.

 

Non so se anche a voi è capitato prima ma prima io stavo già male, il morbo c’era anche prima e non so se era solo dentro di me.

 

Per molti misantropi il lock down è stata manna dal cielo ma c’è un’altra categoria di persone per cui il lock down ha avuto i suoi vantaggi. Sto parlando dei fobici sociali.

 

La fobia sociale è stata nobilitata a malattia negli ultimi anni, prima era semplicemente roba da sfigati.

 

Devo confessare che per me è stato un sollievo sapere che la causa dei miei fallimenti per tanti anni nelle relazioni non era dovuta a timidezza e a predisposizione ad essere una poco adatta alla vita,  a essere considerata “forte” e vincente,  bensì a malattia.

 

In questi ultimi tempi, prima del lock down, non stavo più tanto bene nel mondo, non c’era più tanta gente che mi entusiasmasse frequentare, tutto era diventato difficile nelle relazioni, in tante persone vedevo rabbia e insoddisfazione ma poi pensavo che il problema fosse, ancora una volta, mio e poi…è arrivato il lock down o meglio lo schockdown.

 

All'improvviso tutto il mondo si trasforma in una gabbia di fobici e, come si dice…mal comune mezzo gaudio.

 

Potrebbe sembrare folle, incosciente, insensibile ma non ho mai avuto paura di ammalarmi di Covid. Certo ho avuto un po’ di preoccupazione per i miei genitori e per i miei cari ma, fin dall'inizio di questa brutta storia, l’unica cosa che mi ha messo grande paura e ansia è stata la privazione di ogni libertà.

 

Sarà perché da sempre ho avuto una certa dimestichezza con la condizione di prigionia e di asfissia, indotta solamente dalle mie personali e mentali prigioni, ma l’idea di vedere le privazioni all'esterno di me stessa è come se mi avesse privato della speranza di conquistare, prima o poi, l’agognata Libertà.

 

Ultimamente avevo sognato ad occhi aperti di cambiare lavoro, aprirmi un bed and breakfast, mandare al diavolo tutto e fare l’attrice o la scrittrice e, proprio mentre sognavo tutto questo, arriva l’emergenza sanitaria, la pandemia, il lock down e il mondo nel giro di pochi mesi si trasforma in un carcere a cielo aperto …non si può più fare.

 

Vi siete accorti, vero, che non esiste più il mondo che c’era prima?

Ma forse allora, se non esiste il mondo di prima, può essere che anche il  mio lavoro attuale non esisterà più e io così verrò liberata dalla mia più grande prigione e sarò costretta a cambiare vita.

 

Ma la maggior parte di noi è pronto e reinventarsi?

 

Ultimamente ho scoperto di essere una complottista, no vax e terrapiattista …così almeno la maggior parte delle persone considera chi oggi pensa diversamente questa “pandemia”.

 

Ancora una volta mi sento diversa e strana ma questa volta sono quasi felice di esserlo, felice di non aver paura di morire, felice di non aver paura di respirare senza mascherina quando sono all'aria aperta, felice di non aver paura di toccare qualcuno, felice di non aver paura degli asintomatici  ma soprattutto felice di non riuscire più a vedere la realtà così come viene confezionata.

 

Ormai penso che sia certo che viviamo tutti in un grande Truman show e la mascherina ne è un emblema.

 

Uomini senza più un volto, un’identità, muti spettatori della vita.       

 

Cristina Dal Farra     30 luglio 2020 

 

Se volete ascoltare il podcast collegato a questo articolo andate qui   https://www.spreaker.com/user/10996517/shockdown  

 

                    

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