Il sonnellino pomeridiano

Il sonnellino della controra è uno stile di vita. In Puglia è uno status symbol. Non si può ripartire per le attività pomeridiane senza aver goduto dei piaceri del riposo alla fine del pranzo. È un digestivo per la mente, attiva nuove energie. Nelle famiglie tradizionali, solo agli uomini spetta questo privilegio al termine delle fatiche della mattinata. Un premio che impone, invece, un aumento inversamente proporzionale di attività nella popolazione femminile. Mogli, figlie, sorelle, cognate o nuore moltiplicano energie e sforzi in quella delicata fascia oraria. Si lotta per non cedere al sopore, soprattutto nelle domeniche estive o alla fine dei pranzi familiari a base di pasta al forno e braciole di maiale. Esistono vari modi per descrivere questo stile di vita. "Mò mi vado a fare una mezzoretta", dice il capofamiglia, sparendo dietro una porta, dalla quale, di lì a poco, comincerà a diffondersi un rumore di tagliaerba. Il ronfare invaderà la cucina e le altre camere della casa senza indurre reazioni nelle donne impegnate tra un caffè e una smaltata delle stoviglie. Farà da contrappunto al rumore di piatti e bicchieri. E durerà più di mezz'ora. "Mi vado ad appoggiare", è il manifesto del pennichellatore incallito all'inizio della sua pausa relax. In realtà, l'appoggiarsi può divenire un vero e proprio sprofondare nel materasso in caso di pranzo abbondante. Difficile sentir parlare di pennichella o di riposino. Il sonno pomeridiano è un rituale dai contorni sacri. Dal suo successo dipenderà l'esito delle attività serali e dell'armonia familiare.

Scritto da Michele Casiero