La "Scrittura Viva" di Federica Segalini

La passione per  la scrittura mi ha portato alla conoscenza di un’esploratrice della comunicazione.

 

Si chiama Federica Segalini e ho il piacere di parlare insieme a lei di parole e creatività.

 

Ciao Federica, vuoi dirci chi sei e di che cosa ti occupi?

 

Prima di dirlo, vorrei parlare di quel filo che attraversa e connette molte situazioni della mia vita: la parola scritta.

 

Questo strumento universale e trasversale mi è congeniale per condividere esperienze di lavoro e personali, si sviluppa da un metodo creativo che si identifica con una disciplina rigorosa, si presta per raccontare luoghi, persone, immagini.

 

Scrivo testi per aziende e professionisti e, sempre in ambito professionale, accompagno la scrittura delle persone che desiderano avviare un percorso di autonomia.

 

Molti anni prima della mia scelta di lavoro la tensione alla parola scritta esisteva già: copywriter è la parola che descrive la mia professione dal punto di vista tecnico, ma non circoscrive la mia esperienza, perché cerco di ampliarla sempre più in prospettiva di laboratorio aperto e di community. 

 

Dover scrivere per conto di altri, o per pubblicizzare un prodotto o un’azienda può compromettere la propria libertà espressiva e vena creativa?

 

Per lavorare nella massima chiarezza mi sono posta questa domanda sin dall'inizio del mio percorso ufficiale con la parola scritta, e mi sono data una risposta che è più un orientamento.

 

C’è una profonda differenza tra uno scrittore nel suo significato tradizionale e un operatore attivo nel mondo del marketing.

 

Ma ci sono anche alcuni punti in comune.

 

Uno di questi è la creatività come disciplina: strumento per arrivare agli obiettivi prefissati, allenamento costante, terreno per mettersi continuamente in gioco.

 

Alla creatività aggiungo la prospettiva della comunicazione come fondamento comune, come desiderio di inviare un messaggio che non sia unidirezionale, ma desideri una risposta, un dialogo, una forma di relazione.

 

Infine, in ogni forma di scrittura non deve mai mancare la dimensione personale: le aziende sono fatte di persone e qualsiasi tipo di comunicazione avviene tra persone, di conseguenza ogni testo scritto deve essere vivo, parlante, dialogante.

 

Senza svelarci i tuoi “trucchi” del mestiere, qual è il tipo di scrittura “vincente” per i siti web e per la pubblicità?

 

Alla base di tutto sta una scrittura chiara, diretta, comprensibile: questa impostazione è generata da un grande rispetto per il nostro interlocutore, in particolare per il tempo che sta spendendo nella lettura del nostro contenuto e che deve sfociare in una risposta alle sue reali esigenze.

 

In abbinamento a una scrittura lineare riprendo il concetto di personale, vale a dire per un contenuto rivolto ad ogni nostro interlocutore.

 

Non si tratta di una etichetta o di un elemento di facciata, ma di un approccio umano reale che richiede molto impegno e perseveranza.

 

Ci spostiamo quindi sul piano delle relazioni, capace, se gestito in modo consapevole e trasparente, di unire sempre più la dimensione online e quella offline, tra le quali non deve percepirsi alcuno scarto. 

 

Tanta gente ama scrivere, più di quanta ami leggere e riesca a diventare uno scrittore. Ormai molte persone hanno i loro blog e a volte si ha l’impressione che la scrittura sia accessibile un po’ a tutti. È  proprio così? Com' è cambiata la figura e l’arte dello scrittore oggi, secondo te?

 

La scrittura è e deve essere accessibile a tutti, e questo è un primo livello.

 

Il livello successivo è quello della consapevolezza: la scrittura è uno strumento potente, spesso a doppio taglio, quindi occorre conoscerne molto bene non solo i meccanismi a cui è soggetta a seconda del mezzo in cui viene utilizzata, ma anche collocarla sul piano della comunicazione e quindi delle relazioni.

 

Infine non bisogna avere paura di usare la scrittura, anzi è bene allenarsi a scrivere con cadenza quotidiana, facendo sempre attenzione a ciò che esce dalla penna o più facilmente dalla tastiera, perché la parola ben scritta può davvero fare la differenza nel presentare un progetto, una candidatura, una domanda.

 

Lo scrittore oggi non è scomparso, si è evoluto.

 

Oggi tutti scriviamo contenuti e potenzialmente siamo tutti non solo scriventi, ma scrittori.

 

Non siamo tutti scrittori nel senso proprio, naturalmente: questa è una provocazione per dire che alcuni tra gli elementi discriminanti per essere uno scrittore sono e rimangono la consapevolezza della scrittura, la progettualità, l’approccio creativo supportato da metodo e disciplina, e non da ultimo la continuità.

 

Ciò che cambia oggi, rispetto agli scrittori del passato, è la possibilità di selezionare e utilizzare diversi mezzi e supporti sia online sia offline, l’insieme dei quali va a costruire un quadro complesso della scrittura, come universo sempre più interconnesso.

 

Un blogger è uno scrittore o un giornalista “online” oppure si tratta di professioni e arti diverse e non intercambiabili tra di loro?

 

Uno scrittore o un giornalista possono essere o diventare, in aggiunta anche se il passaggio non è scontato, buoni blogger.

 

Un bravo blogger potrebbe diventare uno scrittore o un giornalista.

 

Non vedo troppa discontinuità tra i mondi che indichi.

 

L’elemento differenziante sta nell’approccio che si utilizza: tensione alla crescita continua, metodo e disciplina, progettualità, studio, perseveranza.

 

Tu sei un’esploratrice di nuovi linguaggi, quali hai scoperto finora e in che modo possono aiutare la scrittura?

 

Domanda importantissima.

 

L’aspetto essenziale che ho scoperto è questo: la scrittura non vive di sola scrittura.

 

Ciò significa che la scrittura, in quanto codice universale e trasversale, funziona al suo meglio quando è calata nella vita reale, da cui proviene.

 

E la vita reale è fatta di percezioni sensoriali, di corporeità e soprattutto di sconfinamenti, oltre che di emozioni, di sentimenti, di valori condivisi.

 

Quando la parola scritta - anche quella destinata alla comunicazione aziendale e professionale - si riveste di questa tipologia di esperienze, diventa molto più fisica, viva, personale e di conseguenza più diretta.

 

Nello specifico, i nuovi linguaggi che ho scoperto sino ad ora e che mi stanno aiutando tantissimo a migliorare la mia scrittura ogni giorno sono, tra gli altri, quelli che rientrano nella sfera dell’ascolto e della corporeità: la voce, il canto, la musica e la musicalità, la comunicazione paraverbale.

 

La scelta di connettersi in modo consapevole a universi e linguaggi apparentemente scollegati porta la scrittura ad essere sempre più capace di raggiungere la persona. 

 

Perciò mi sento di invitare chi scrive già, oppure vuole fare della parola scritta una parte importante del proprio lavoro, ad ampliare sempre più gli orizzonti della scrittura oltre il semplice testo scritto.

 

Che cosa vuol dire per te “scrittura creativa” ed esistono strumenti per stimolare questo tipo di creatività?

 

La scrittura creativa è allo stesso tempo un metodo di lavoro e una ricerca costante.

 

Una scrittura che tende a trovare le soluzioni migliori di comunicazione è sempre creativa, in modo indipendente dall'argomento, dall'obiettivo e dall'ambito di applicazione: questo vale per la scrittura personale, letteraria, aziendale.

 

Una parola chiave essenziale collegata alla scrittura creativa è allenamento.

 

La scrittura creativa non si ferma alle soluzioni più diffuse o scontate, ma cerca strade che aprano a nuove prospettive.

 

La scrittura creativa è espressione non solo di energia ben incanalata, di progettualità e di obiettivi ben strutturati, ma è anche occasione di test, di errori e di fallimenti da cui ci si rialza e che fanno crescere. Gli strumenti principali per affinare la propria scrittura creativa sono:

 

1. scrivere ogni giorno (anche poco, 100-150 parole oppure 15-20 minuti)

 

2. rileggerci periodicamente (anche a voce alta) e auto-correggerci per migliorare costantemente

 

3. allenarci tutte le volte che è possibile nella scrittura breve producendo sintesi ricche di informazioni, che possiamo ottenere sia tagliando i nostri testi, sia esercitandoci su testi altrui.

 

Cosa intendi quando parli di “testi come conversazioni”? 

 

Per rispondere mi ricollego alla domanda precedente: le nuove prospettive a cui ho accennato sono quelle che si aprono alle conversazioni e quindi, nel migliore dei casi, alle relazioni.

 

Il testo che funziona è rivolto alle persone realmente interessate e aiuta a rispondere alle domande esplicite o latenti, non perché sia veggente, ma perché conosce il suo pubblico, lo ascolta con attenzione e si prende cura delle sue esigenze.

 

La quantità di lavoro richiesta per arrivare a produrre questa tipologia di testo è elevata, ma porta a una comunicazione davvero vicina al lettore.

 

«Scrivo testi come conversazioni» è l’espressione che uso come piccola provocazione.

 

Il significato è dare al testo una dimensione che contenga in sé una disponibilità al dialogo, dall’articolo di blog al post nei social, alle comunicazioni private: queste ultime in particolare (ma non solo) sono contesti assai complessi in cui diventa molto difficile muoversi in modo costruttivo se non si mettono in pratica ascolto, comprensione, trasparenza. 

 

Il beneficio di un testo come conversazione è duplice, perché grazie a questo approccio non solo andiamo incontro al lettore nel caso di conversazioni che si rivelano produttive e che in ambito lavorativo possono portare a relazioni durature nel tempo, ma siamo anche in grado di riconoscere le conversazioni che sono improduttive e comportarci di conseguenza.

 

Quale consiglio ti senti di dare a chi volesse fare della scrittura la sua professione?

 

Alle persone che desiderano fare della parola scritta il proprio lavoro mi sento di dire poche cose, però da mettere in pratica ogni giorno.

 

Le parole chiave sono: curiosità, sconfinamento, condivisione

 

La prima indicazione è non limitarsi a leggere manuali ma leggere di tutto alternando due modalità, sia a mente libera senza intento di valutazione per ampliare il proprio bagaglio di parole ed espressività, sia con spirito critico per individuare dove la scrittura si fa più viva e parlante, e questo potrebbe avvenire dappertutto: dai romanzi alla poesia, dagli annunci pubblicitari agli annunci di lavoro, dalle etichette alle insegne.

 

La seconda indicazione è non temere di inserire, tutte le volte che sia possibile, la dimensione personale all’interno dei testi scritti, anche quelli destinati alle aziende: non significa rendere pubbliche esperienze private, ma condividere la propria esperienza di lavoro, come fornitore, come cliente finale o anche altro, per illustrare aspetti concreti, per rispondere a una domanda frequente, per mettersi sul piano del proprio lettore.

 

La terza indicazione è quella di sperimentare diversi strumenti e contesti creativi, con la capacità di selezionare di volta in volta quelli che possono aiutarci a migliorare sia la scrittura per comunicare la nostra attività, sia la scrittura per i nostri potenziali clienti.

 

Buona scrittura a tutti!

 

Ringrazio Federica per la sua disponibilità e per il suo prezioso punto di vista. 

 

Relazione, autenticità e creatività sono quindi le parole chiave in quella che Federica stessa definisce “scrittura viva”, come vivo e coinvolgente è il suo sito  https://nuovicontesti.com/ dove troverete anche tante opportunità per esercitarvi quotidianamente nell'arte di scrivere che, alla luce di tutto ciò che ci ha detto Federica, oserei considerare come la più democratica delle arti.

   

 

 

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